Mel: locali tipici, specialità, eventi

Sorge nel paese uno degli alberghi più antichi d'Italia, la famosa locanda Cappello

Sulla centrale Piazza Luciani di Mel si affaccia uno dei ristoranti più antichi d’Italia, la Locanda Cappello, attiva dal 1730. La sua vicenda inizia agli inizi del Settecento quando Lorenzo Cappello acquistò il grande palazzo secentesco De Fulcis, già sede dei Cavalieri di Malta, adattandolo dapprima a semplice osteria con cucina, quindi via via a locanda sempre più elegante in cui i viaggiatori potevano fare sosta per dormire e mangiare. Si trattava di un palazzo importante (forse allora il più bel palazzo di Mel prima della costruzione di altre più ambiziose dimore nel Settecento), che ancora domina il lato meridionale della piazza con il suo corpo angolato a tre piani e con la bella trifora con volte ad arco e colonne che fa bella mostra di sé al secondo piano. Pare che il “cappello” metallico che si vede sulla facciata, e che ricorda ovviamente il nome della famiglia Cappello, sia ancora quello originario del 1730, anche se nel corso del tempo avrebbe più volte mutato di colore a seconda degli orientamenti politici di chi stava al potere. Dal porticato di accesso pavimentato in pietra, si entra in un’ampia cucina dal soffitto con travi a vista e sul fondo un grande focolare. Di generazione in generazione, il locale divenne un punto di riferimento per chi percorreva la Sinistra Piave, anche perché fu dotato di una stalla dove alloggiare i cavalli e di un loggiato dove parcheggiare le carrozze. Così l’antico “ palàz del cavalier” diventò per tutti la Locanda Cappello e acquisì fama sempre maggiore, specie quando a reggerne le sorti furono Virgilio Cappello e suo figlio Lorenzo, dal 1818 in poi, aumentando la qualità del servizio sino a diventare un modello per altri locali che sarebbero sorti nel Veneto.



La notorietà della Locanda Cappello crebbe, attirando i forestieri di passaggio, attirati dalla fama della buona tavola e dello zabaione che pare fosse la specialità della cucina. Si veniva qui anche solo per il caffè o per giocare a carte. Ci si fermò a dormire, pare, il maresciallo Radetzky ma ci si veniva anche per complottare contro gli Austriaci: Virgilio Cappello aveva messo a disposizione dei carbonari una saletta appartata dove riunirsi senza dare nell’occhio. A queste riunioni clandestine partecipò anche Pier Fortunato Calvi, il promotore delle insurrezioni nel Cadore, uno dei “martiri di Belfiore” impiccato dagli austriaci nel 1855 presso Mantova. Dopo la terza guerra d’Indipendenza (1866) i Cappello appaltarono loro stessi il servizio di carrozze per collegare Mel con Feltre e il Primiero, nonché con Belluno. Anche nel 900 il successo non smise di arridere al locale, dove hanno fatto tappa fra gli altri Dino Buzzati, Bepi Mazzotti, Giorgio Torelli, Fulvio Tomizza, Clara Agnelli, Giovanni Nuvoletti, Enzo Biagi. E alle pareti dei suoi locali, già arredate da diverse tele antiche, si sono aggiunti anche quadri di Giorgio de Chirico e di Ottone Rosai. La famiglia Cappello continuò a gestire la Locanda sino al 1958 quando dovette cederla. L’attenta ristrutturazione cui è stata sottoposta fra il 2005 e il 2010 da parte degli attuali proprietari solo ha dotato le camere della Locanda dei moderni comfort, ma ha anche portato alla luce antichi stucchi e belle decorazioni nelle sale del ristorante, mentre le scuderie sono state adattate a sale per ricevimenti.

E' dunque questo anche un luogo ideale per gustare la cucina del territorio, magari rivisitata con un pizzico di moderna inventiva. Senza dimenticare però che ogni anno, in ottobre, la manifestazione “Mele a Mel” richiama nei cortili e nei palazzi del centro storico i produttori agricoli dei quattro Comuni della Sinistra Piave in una mostra-mercato dedicata non solo alle mele, ma che vuole far conoscere anche gli altri prodotti della zona, come i latticini delle malghe in cui si producono yogurt, formaggi d'alpeggio e persino mozzarella. Prodotto principe della manifestazione è però ovviamente la mela, con la mostra pomologica di oltre 100 varietà di mela, le degustazioni di mele e sidro con relativa torchiatura, sino all'utilizzo della mela nei piatti tipici, dai primi ai secondi, fino alla Zumela (una torta tradizionale realizzata con farina, zucchero, marmellata di mele, burro, latte, uova) e alle molte altre varietà di dolci. Contemporaneamente, Mele a Mel comprende anche una mostra dell’artigianato, che valorizza il prezioso lavoro dei maestri veneti che lavorano legno, pietra, ferro, vetro, stoffa, cuoio e altri materiali.

Non è questa però l'unica manifestazione gastronomica nel borgo bellunese. Ogni anno in maggio per esempio ad animare il centro storico di Mel è “Radicèle”, una tradizionale fiera dedicata alle erbe spontanee che costituisce un'occasione per scoprire i piatti della tradizione bellunese, pasta e gnocchi, minestre e frittate, realizzati con erbe spontanee come appunto radicèle (tarassaco), ortica, briscandòi (luppolo selvatico), zigòi (silene) e molte altre erbe. 

Testo di Roberto Copello; per le foto, si ringraziano Locanda Cappello e Mele a Mel

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